Gli ospedali sono prevalentemente strutture di ricovero per pazienti con patologie acute e i Dipartimenti d’Emergenza e Accettazione (DEA) sono diventati “la porta” di accesso al Servizio Sanitario. E’ ormai accertato che gli accessi al DEA sono in molti casi impropri, vuoi per l’assenza del criterio di gravità o di quello di urgenza dell’intervento, vuoi per la non corretta specificità dell’accesso. La recente introduzione del ticket per gli accessi considerati impropri non necessariamente farà diminuire tali richieste di intervento. In Italia, in alcune zone esistono delle strutture di Pronto Soccorso specifiche per determinate patologie (ginecologia, oculistica, otorinolaringoiatra, psichiatria), ma non tutti i DEA sono provvisti di un supporto specifico in tali settori. Il medico d’emergenza di trova così a dover definire i casi, ad affrontare problemi di comunicazione e, una volta identificata l’emergenza, predisporrte il miglior trattamento. Queste condizioni contribuiscono a determinare un approccio non corretto alle strutture di Pronto Soccorso e di conseguenza un sovraffollamento dei DEA, pomendo i medici dell’emergenza a contatto con patologie per le qualsi non hanno tutte le competenze specifiche per una gestione ottimale. Questo stato di cose trova la sua massima espressione nel caso del pazientr con disturbi comportamentali che spesso afferisce alle strutture di accettazione dell’ospedale per ricevere un aiuto e alleviare la sua sofferenza, che non sempre, o perlomeno esclusivamente, attribuisce ad un disturbo psichico. E’ dimostrato che il paziente con disturbi comportamentali, associati o meno a disturbi medici, è un paziente “costoso”

 

Rimane evidente, almeno per ora, una stridente anomalia di una medicina sempre più per acuti senza una specifica formazione per lavorare in situazioni di emergenza, che determinano innanzi tutto in disagio per i medici stessi., chiamati a dare prestazioni di elevato standard in situazioni ed ambienti che spesso non facilitano il loro arduo compito; considerato il fatto che essi entrano in contatto con pazienti che non conoscono e che per di più non li hanno scelti volontariamente come loro curanti, ma ai quali chiedono risposte, cure e sollievo in tempi rapidi. Il medico si trova quindi sotto pressione ed è costretto a gestire, oltre alle conoscienze tecniche della medicina, anche una serie di problematiche specifiche che vanno dal lavoro di squadra, al prendersi cura dei familiari, piuttosto che al controllo delle prorpie reazioni. Questo manuale cerca di fornire in modo chiaro e fruibile le conoscienze utili per la gestione acuta del paziente con disturbi psichiatrici e si propone come un aiuto per il paziente stesso che troppo spesso è costretto a combattare una doppia battaglia, contro la malattia e contro la difficoltà di non essere comprese.

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