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L’ADHD è un disturbo neurobiologico caratterizzato da iperattività, impulsività e inattenzione. Studi neurofisiologici e di neuroimaging hanno evidenziato alterazioni nel circuito fronto-striatale, principalmente nell’emisfero destro (Castellanos e Acosta, 2002; Arnsten, 2006), nella parte dorsale della corteccia cingolata anteriore (Bush et al., 2008), e disfunzioni dopaminergica e noradrenergica (Pattij e Vanderschuren, 2008).
Il trattamento farmacologico per l’ADHD può essere problematico per alcuni individui e controindicato in presenza di problemi cardiovascolari; talvolta i farmaci normalmente utilizzati per questo disturbo presentano degli effetti collaterali che limitano il loro uso e l’aderenza al trattamento (Mèszáros et al., 2009).
La Stimolazione Transcranica Magnetica (TMS) è uno strumento non-invasivo, indolore, che è stato sviluppato per studiare il sistema nervoso centrale, e diversi studi hanno mostrato la sua capacità di influenzare positivamente la plasticità neuronale (Acosta et al., 2002; Hallett, 2001; Siebner e Rothwell, 2003; Strafella et al, 2001). La rTMS ha dimostrato notevoli potenzialità terapeutiche in disturbi neuropsichiatrici caratterizzati da iper- o ipo-attivazione di specifiche aree cerebrali (Fregni e Pascual-Leone, 2007; Miniussi et al., 2008; Schönfeldt-Lecuona et al., 2010), e studi recenti hanno evidenziato come la rTMS produca degli effetti sul sistema dopaminergico in soggetti sani simili a quelli prodotti dagli stimolanti (Strafella et al, 2001; Pogarell et al, 2007).
La TMS ha consentito di aumentare la nostra conoscenza sulla patofisiologia dell’ADHD (Ucles et al, 2000; Moll et al, 2000), e attraverso la stimolazione del circuito disfunzionale fronto-striato-cerebellare insieme al training cognitivo è possibile ottenere un miglioramento delle capacità cognitive e una riduzione della sintomatologia ADHD (Demirtas-Tatlidede et al, 2013).
Il trattamento rTMS per l’ADHD prevede la somministrazione di 15 sessioni a 1 Hz, 1200 stim/die, 5 sessioni per 3 settimane.

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L’ADHD è un disturbo neurobiologico caratterizzato da iperattività, impulsività e inattenzione. Studi neurofisiologici e di neuroimaging hanno evidenziato alterazioni nel circuito fronto-striatale, principalmente nell’emisfero destro (Castellanos e Acosta, 2002; Arnsten, 2006), nella parte dorsale della corteccia cingolata anteriore (Bush et al., 2008), e disfunzioni dopaminergica e noradrenergica (Pattij e Vanderschuren, 2008).
Il trattamento farmacologico per l’ADHD può essere problematico per alcuni individui e controindicato in presenza di problemi cardiovascolari; talvolta i farmaci normalmente utilizzati per questo disturbo presentano degli effetti collaterali che limitano il loro uso e l’aderenza al trattamento (Mèszáros et al., 2009).
La Stimolazione Transcranica Magnetica (TMS) è uno strumento non-invasivo, indolore, che è stato sviluppato per studiare il sistema nervoso centrale, e diversi studi hanno mostrato la sua capacità di influenzare positivamente la plasticità neuronale (Acosta et al., 2002; Hallett, 2001; Siebner e Rothwell, 2003; Strafella et al, 2001). La rTMS ha dimostrato notevoli potenzialità terapeutiche in disturbi neuropsichiatrici caratterizzati da iper- o ipo-attivazione di specifiche aree cerebrali (Fregni e Pascual-Leone, 2007; Miniussi et al., 2008; Schönfeldt-Lecuona et al., 2010), e studi recenti hanno evidenziato come la rTMS produca degli effetti sul sistema dopaminergico in soggetti sani simili a quelli prodotti dagli stimolanti (Strafella et al, 2001; Pogarell et al, 2007).
La TMS ha consentito di aumentare la nostra conoscenza sulla patofisiologia dell’ADHD (Ucles et al, 2000; Moll et al, 2000), e attraverso la stimolazione del circuito disfunzionale fronto-striato-cerebellare insieme al training cognitivo è possibile ottenere un miglioramento delle capacità cognitive e una riduzione della sintomatologia ADHD (Demirtas-Tatlidede et al, 2013).
Il trattamento rTMS per l’ADHD prevede la somministrazione di 15 sessioni a 1 Hz, 1200 stim/die, 5 sessioni per 3 settimane.

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