Caro Professore, soffro di depressione ed ogni anno in autunno è la stessa cosa: non riesco ad evitare la crisi. Ho sentito parlare della terapia della luce. Mi potrebbe aiutare?

La Fototerapia o terapia della luce (in inglese Light Therapy) è ormai conosciuta anche in Italia, ma ancora viene impiegata pochissimo.

Alla fine degli anni ’80 fu proposta per la cura proprio dei disturbi affettivi stagionali, e quindi chi ci scrive potrebbe davvero provarla con soddisfazione.

Le novità riguardo a questa cura, documentate da importanti ricerche in Italia, presso il Centro dell’Istituto San Raffaele di Milano, ed all’estero, riguardano sia la complessità degli effetti che le possibili indicazioni cliniche.

Intanto come funziona? Com’è che un raggio di luce muove il nostro organismo?

In realtà non è poi così difficile da realizzare come ciò avvenga. Molti sanno dell’effetto ad esempio sui precursori della Vitamina D, antirachitica, oppure dell’azione batteriostatica o di stimolo alla proliferazione cicatriziale. Insomma le evidenze degli effetti fisici della luce sono immediatamente accessibili a tutti.

Sappiamo che la luce, quando abbia una specifica intensità può stimolare attraverso il nervo ottico, che rappresenta la parte più superficiale del nostro sistema nervoso centrale le strutture più profonde regolandone la produzione di determinati ormoni o neurotrasmettitori, che sono poi a loro volta responsabili dei nostri cosiddetti ritmi circadiani, ossia quotidiani, come il sonno, l’alimentazione-appetito, la sfera sessuale, ma anche la risposta immunitaria.

Noi siamo organismi ritmici, ed il nostro ritmo è scandito sia dai nostri comportamenti attivi (ad esempio la sveglia, l’attività fisica, etc.) che regolato da alcuni “orologi biologici interni”, che risultano alterati in presenza di disturbi dell’umore.

In particolare, secondo recenti linee guida americane, la terapia della luce può rappresentare la terapia di prima scelta nella Depressione nei disturbi bipolari dell’umore.

Ed è questa una nuova e preziosa indicazione di questa terapia; anche perché oggi si suggerisce una notevole cautela verso l’impiego di farmaci antidepressivi per queste forme di depressione che hanno la particolarità dell’estrema variabilità.

Un’altra condizione in cui il trattamento con la luce si è dimostrato vantaggioso è rappresentato dalla depressione durante la gravidanza, poiché consente di evitare l’impiego di farmaci, sempre delicato in questi casi.

Ma sembra che i vantaggi della Light Therapy non finiscano qua! Grazie allo stesso meccanismo con cui manifesta efficacia sull’umore, la luce interferisce aumentando la produzione di melatonina, favorendo così la regolarità del sonno, e contrastando in particolare il risveglio precoce, e con esso anche tutti i disturbi alla mancanza del quale sono correlati: depressione immunitaria, alimentazione sregolata…

Riguardo all’alimentazione poi la luce ha anche un effetto diretto: regola infatti la secrezione circadiana del cosiddetto”ormone dello stress”, il cortisolo, che non ha solo azione sullo stress, ma anche sulla glicemia. Inoltre, regolando cortisolo e le catecolamine adrenalina e noradrenalina, la luce riduce il “craving”(desiderio incoercibile) alimentare, che si ha ad esempio in disturbi come la bulimia, come documentato da studi controllati del canadese RW Lam. E’ già da tempo che vengono inoltre condotti studi sull’utilità profilattica della Light Therapy in alcune forme di cefalea, come quello del dottor Anderson DJ del 1989. Le cefalee sono un disturbo neurologico cronico con difficile risposta farmacologica, caratterizzato da un dolore la cui intensità richiede oltretutto l’utilizzo frequente di elevati dosaggi, con le conseguenze di effetti collaterali e intolleranza; la profilassi assume quindi notevole importanza nel contesto di questi disturbi.

A Firenze stiamo impiegando già da alcuni anni la terapia della luce presso l’Istituto di Neuroscienze, prima per i disturbi stagionali e adesso per tutte le altre indicazioni suggerite dalla ricerca. In Italia anche a Torino presso il dipartimento di Neuroscienze dell’ Università è possibile informarsi riguardo a queste cure.

Naturalmente anche per questa terapia vi sono controindicazioni ed è necessario un controllo e monitoraggio degli effetti.

Ma prima ancora è necessaria una valutazione della diagnosi che si accordi con l’indicazione ed una valutazione delle variazioni circadiane dei sintomi per stabilire la durata della cura, i modi e i tempi di esposizione alla luce. Comunque una novità davvero interessante per molti pazienti, soprattutto se inclini a cure non farmacologiche.

 

PSICOLOGIA E SESSUALITA’ giugno 2007

Caro Professore, soffro di depressione ed ogni anno in autunno è la stessa cosa: non riesco ad evitare la crisi. Ho sentito parlare della terapia della luce. Mi potrebbe aiutare?

La Fototerapia o terapia della luce (in inglese Light Therapy) è ormai conosciuta anche in Italia, ma ancora viene impiegata pochissimo.

Alla fine degli anni ’80 fu proposta per la cura proprio dei disturbi affettivi stagionali, e quindi chi ci scrive potrebbe davvero provarla con soddisfazione.

Le novità riguardo a questa cura, documentate da importanti ricerche in Italia, presso il Centro dell’Istituto San Raffaele di Milano, ed all’estero, riguardano sia la complessità degli effetti che le possibili indicazioni cliniche.

Intanto come funziona? Com’è che un raggio di luce muove il nostro organismo?

In realtà non è poi così difficile da realizzare come ciò avvenga. Molti sanno dell’effetto ad esempio sui precursori della Vitamina D, antirachitica, oppure dell’azione batteriostatica o di stimolo alla proliferazione cicatriziale. Insomma le evidenze degli effetti fisici della luce sono immediatamente accessibili a tutti.

Sappiamo che la luce, quando abbia una specifica intensità può stimolare attraverso il nervo ottico, che rappresenta la parte più superficiale del nostro sistema nervoso centrale le strutture più profonde regolandone la produzione di determinati ormoni o neurotrasmettitori, che sono poi a loro volta responsabili dei nostri cosiddetti ritmi circadiani, ossia quotidiani, come il sonno, l’alimentazione-appetito, la sfera sessuale, ma anche la risposta immunitaria.

Noi siamo organismi ritmici, ed il nostro ritmo è scandito sia dai nostri comportamenti attivi (ad esempio la sveglia, l’attività fisica, etc.) che regolato da alcuni “orologi biologici interni”, che risultano alterati in presenza di disturbi dell’umore.

In particolare, secondo recenti linee guida americane, la terapia della luce può rappresentare la terapia di prima scelta nella Depressione nei disturbi bipolari dell’umore.

Ed è questa una nuova e preziosa indicazione di questa terapia; anche perché oggi si suggerisce una notevole cautela verso l’impiego di farmaci antidepressivi per queste forme di depressione che hanno la particolarità dell’estrema variabilità.

Un’altra condizione in cui il trattamento con la luce si è dimostrato vantaggioso è rappresentato dalla depressione durante la gravidanza, poiché consente di evitare l’impiego di farmaci, sempre delicato in questi casi.

Ma sembra che i vantaggi della Light Therapy non finiscano qua! Grazie allo stesso meccanismo con cui manifesta efficacia sull’umore, la luce interferisce aumentando la produzione di melatonina, favorendo così la regolarità del sonno, e contrastando in particolare il risveglio precoce, e con esso anche tutti i disturbi alla mancanza del quale sono correlati: depressione immunitaria, alimentazione sregolata…

Riguardo all’alimentazione poi la luce ha anche un effetto diretto: regola infatti la secrezione circadiana del cosiddetto”ormone dello stress”, il cortisolo, che non ha solo azione sullo stress, ma anche sulla glicemia. Inoltre, regolando cortisolo e le catecolamine adrenalina e noradrenalina, la luce riduce il “craving”(desiderio incoercibile) alimentare, che si ha ad esempio in disturbi come la bulimia, come documentato da studi controllati del canadese RW Lam. E’ già da tempo che vengono inoltre condotti studi sull’utilità profilattica della Light Therapy in alcune forme di cefalea, come quello del dottor Anderson DJ del 1989. Le cefalee sono un disturbo neurologico cronico con difficile risposta farmacologica, caratterizzato da un dolore la cui intensità richiede oltretutto l’utilizzo frequente di elevati dosaggi, con le conseguenze di effetti collaterali e intolleranza; la profilassi assume quindi notevole importanza nel contesto di questi disturbi.

A Firenze stiamo impiegando già da alcuni anni la terapia della luce presso l’Istituto di Neuroscienze, prima per i disturbi stagionali e adesso per tutte le altre indicazioni suggerite dalla ricerca. In Italia anche a Torino presso il dipartimento di Neuroscienze dell’ Università è possibile informarsi riguardo a queste cure.

Naturalmente anche per questa terapia vi sono controindicazioni ed è necessario un controllo e monitoraggio degli effetti.

Ma prima ancora è necessaria una valutazione della diagnosi che si accordi con l’indicazione ed una valutazione delle variazioni circadiane dei sintomi per stabilire la durata della cura, i modi e i tempi di esposizione alla luce. Comunque una novità davvero interessante per molti pazienti, soprattutto se inclini a cure non farmacologiche.

 

PSICOLOGIA E SESSUALITA’ giugno 2007